giovedì 19 aprile 2012

ABBATTERE L'IMU SULLA PRIMA CASA E' POSSIBILE!!

Incredibile ma vero! L'amministrazione comunale del piccolo paese di Polistena (RC) ha dimostrato concretamente che abbatere l'IMU allo 0,2% sulla prima casa è possibile pur seguendo le leggi imposte dal governo. Di seguito riportiamo la dimostrazione pratica tratta dal sito web del comune di Polistena.
 NON PAGHERA' NULLA sulla prima casa circa il 90% dei cittadini
La maggioranza comunale ha approvato la definizione delle aliquote della nuova imposta, assumendo la decisione storica, esemplare e coraggiosa di non far pagare sulla prima casa la maggior parte dei polistenesi, i quali potranno ridurre a zero il dovuto grazie alla detrazione fissa di €. 200,00 prevista dalla legge ed a quella aggiuntiva di 50 Euro per ogni figlio a carico al di sotto di ventisei anni. Infatti solo per fare qualche esempio reale:
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 7,5 vani (120mq circa) classe 3 (massima) e rendita catastale di € 561,65 - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto da almeno un figlio a carico sotto i 26 anni e genitori proprietari di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 10 vani (180mq circa) classe massima e rendita catastale di € 748,86 - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A3 (abitazioni di tipo economico) con 7,5 vani (120mq circa) classe massima e rendita catastale di € 426,08 - NON SI PAGA
Per i gruppi A4 - A5 - A6 (Abitazioni popolari - ultrapopolari -rurali) dove la rendita catastale è assai inferiore alle altre categorie, esenzioni pressochè totali - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di un villino classificato nel gruppo A7 (abitazioni tipo villini) con 7,5 vani (120mq circa) classe massima e rendita catastale di € 619,75 - SI PAGANO €. 8,24, ma con un figlio sotto 26 anni NON SI PAGA.

Evidentemente non si tratta di fantascienza ma di REALTA' e la copia del documento che sta facendo il giro d'Italia a testimonianza di quando detto è qui di seguito riportato


Data la difficile situazione economica nella quale si trovano molte famiglie viareggine, continuamente pressate dalle richieste di denaro del governo Monti, sarebbe una bella presa di posizione da parte del nostro Sindaco Lunardini, reduce dalla burrascosa riconferma dell'incarico, dimostrare finalmente ai cittadini qualcosa di concreto di cui andare fiero.

mercoledì 11 aprile 2012

FERMARE L'INVASIONE CINESE E' POSSIBILE?

ROMA - Sono praticamente quadruplicati (+272%) gli sbarchi di concentrato di pomodoro cinese in Italia negli ultimi dieci anni e rappresentano oggi la prima voce delle importazioni agroalimentari dal gigante asiatico. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base di una analisi sui dati dei primi cinque mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2000. Alla luce di questi dati, Coldiretti sottolinea che «la possibilità di spacciare come Made in Italy la produzione orientale, oltre ai rischi sanitari confermati dai recenti sequestri, sta mettendo in crisi la coltivazione della vera pummarola Made in Italy, il cui raccolto è stimato quest’anno in calo di quasi il 10%». Il quantitativo che sbarca in Italia dalla Cina, secondo l’organizzazione, dovrebbe superare a fine anno i 100 milioni di chili, pari a quasi il 15% della produzione di pomodoro fresco italiana destinato alla trasformazione realizzata in Italia. Dalle navi - denuncia Coldiretti - sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Sottolineando che nelle campagne «si segnalano ritardi nel ritiro dei prodotti, clausole vessatorie e mancato rispetto delle regole contrattuali che stanno provocando incertezza e danni ai produttori agricoli», Coldiretti chiede «una iniziativa da parte del Ministero delle politiche agricole per verificare l’evoluzione della campagna di raccolta ed avviare le eventuali attività di controllo negli stabilimenti industriali». Già nei mesi scorsi le associazioni dei Consumatori e le organizzazioni degli agricoltori erano rimaste con il fiato sospeso in scia alla possibilità di dare il via libera al commercio nel nostro Paese dell’aranciata "senza arance" con la decadenza dell’obbligo di vendere il prodotto con almeno il 12% di succo. Pur tuttavia, in accordo con quanto sottolinea la Coldiretti, gli inganni a tavola non si fermano all’aranciata o al pomodoro, visto che è possibile stilare in fatto di falso made in Italy una vera e propria "lista degli orrori" con il vino che svolge un vero e proprio ruolo da protagonista. Basti pensare al cosiddetto "vino ai trucioli", oppure ancora il "vino dealcolato", quello "allo zucchero" e quello "rosé ai miscugli"; ma c’è anche il "vino senza uva" la cui fermentazione avviene con la frutta, lamponi e ribes. Nella "lista degli orrori" ci sono poi tutta una serie di formaggi ottenuti con polveri al posto del latte fino ad arrivare al cioccolato dove al posto del cacao vengono utilizzati i grassi vegetali. La Coldiretti, tra l’altro, sottolinea la necessità di contrastare l’odioso mercato dei falsi alimentari che, oltre abbassare la qualità dei cibi in commercio, colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione che, a causa della crisi economica, sono gioco forza costretti ad acquistare prodotti sottocosto e spesso di dubbia provenienza e preparati con materie prime scadenti. Ed è proprio su questo punto, cioè sull’italianizzazione dei prodotti di scarsa qualitò, che punta il dito la Coldiretti, che ha organizzato una recente manifestazione di protesta: «Prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come made in Italy a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare chiarezza».
Basterà tanto per fermare l’invasione cinese?


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INTERESSANTE ARTICOLO SCRITTO DAL "NEMICO"
Sul blog di Forza Nuova Pisa: Il Post
dal titolo: Perchè Forza Nuova fa paura!

mercoledì 4 aprile 2012

ASILO NIDO, NON C'E' POSTO PER TUTTI
Di seguito riportiamo un articolo tratto da "La Nazione" che, come ogni anno, riporta alla ribalta il solito problema legato alla disponibilità di posti negli asili nidi della nostra città.
Non crediamo di dover spiegare quanto sia importante che i nostri figli giochino e socializzino tra loro in spazi adeguati, sicuri e sotto gli sguardi attenti di personale qualificato (anche se purtroppo non sempre questo si è rilevato vero). I bambini rappresentano il futuro del nostro paese ed è su di loro che andrebbero concentrate tutte le nostre attenzioni e quelle dello stato.
Segue l'articolo:
 Viareggio, 28 agosto 2011 - Salvo qualche esempio virtuoso, le liste d’attesa per gli asili nido versiliesi sono ancora lungi dall’essere abbattute: restano fuori, in totale, 268 bambini. A Viareggio, per vedere la situazione dei servizi all’infanzia 0-3 anni basta controllare le graduatorie pubblicate sul sito internet del Comune: su un totale di 259 richieste, per tredici strutture (tra asili e giocherie), sono 203 quelle che hanno trovato accoglimento. Vien da sé che a «chiedere asilo» sono rimasti in 156. La soluzione per queste famiglie? Affidarsi a una baby-sitter oppure vagliare tra le varie offerte dei nidi privati la più adatta alle proprie esigenze. In città però, su sei strutture private autorizzate, non esistono asili accrediti convenzionati: con questa speciale qualifica gli asili privati potrebbero accogliere alcuni dei bambini in lista e la Regione, attraverso un voucher, pagherebbe una parte, o l’intera quota, della retta mensile. Potrebbero, ma non possono visto che in città questa opportunità non è stata ancora presa in considerazione. Quindi, la famiglia rischia un salasso. L’opzione, invece, a Massarosa è già una realtà assodata: oltre ai due asili pubblici nel comune collinare c’è una struttura privata che gode dello status dell’accreditamento. Ma la strada verso l’azzeramento delle liste d’attesa è ancora lunga. Rispetto all’anno scolastico 2010/2011 i bimbi in lista quest’anno sono scesi da 65 a 42, ma allo stesso tempo sono diminuite anche le richieste d’accesso: passate da 131 dello scorso anno scolastico alle 90 attuali. Situazione pressoché invariata rispetto al passato anche a Camaiore dove 60 famiglie non potranno contare sul servizio educativo comunale a fronte di 145 richieste totali. Anche qui, oltre alle tre strutture pubbliche, il comune si affida ad un asilo accreditato.