mercoledì 19 dicembre 2012

IL PROGRAMMA DI FORZA NUOVA
(i punti chiave)


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sabato 17 novembre 2012

LE SPESE FOLLI DELLA REGIONE TOSCANA

Le spese folli della regione Toscana per finanziare cooperative sociali, stranieri, Rom
Alla regione Toscana, da anni amministrata dal centro-sinistra, e all’attuale presidente Enrico Rossi piacciono proprio gli sprechi di denaro pubblico. O meglio, i generosi finanziamenti ad associazioni amiche e vicine politicamente, Onlus, Cooperative sociali, zingari e stranieri.


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mercoledì 7 novembre 2012

COME RISOLVERE I PROBLEMI DELL'ITALIA!

Conosciamo bene tutti i problemi dell'Italia.... arrivano due ricette INIMITABILI per risolverli!
Il SEL "Legalizzare la cannabis"! Leggi qui
Il PD " Diamo subito la cittadinanza agli stranieri" Leggi qui



sabato 3 novembre 2012

ITALIANI! E' DI QUESTO CHE DOVETE AVER PAURA!

Anni di cattiva politica economica, di totale amore per il proprio Paese, di mancanza di leggi adeguate e dell'eccessivo permissivismo è ben spiegato nel seguente articolo
CLICCA QUI'  e mettevi le mani nei capelli!

Quanto tempo dovrà ancora passare prima che vi rendiate conto che ci stanno buttando fuori dal nostro Paese?

(FN Macerata a difesa dell'Italia e dell'Europa)
 

venerdì 2 novembre 2012

L'ULTIMO SALUTO A PINO RAUTI
 
Le parole dell'On. Roberto Fiore



E' morto Pino Rauti.


Forza Nuova, nell'esprimere il proprio cordoglio, ricorda la sua figura di storico, di intellettuale, di perseguitato politico.

Fu, per anni, ostile verso la nostra comunità politica, gli va, tuttavia, riconosciuto il cambiamento di posizione che lo portò a comprendere l'importanza di quel gruppo umano che si identificava con il nostro "Foglio di Lotta", gruppo con cui avviò anche una fase di collaborazione, attraverso la firma del Patto d'Azione.

Che Dio accolga la sua anima.



giovedì 11 ottobre 2012

I ROM NON SONO RUMENI


In Italia
Gli zingari in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una comunità eterogenea, dalle mille sfumature e dalle mille espressioni. Mille sono anche gli anni della storia degli zingari divisi essenzialmente in tre gruppi principali: Rom, Sinti e Kalé (gitani della penisola iberica). A questi gruppi principali si ricollegano tanti gruppi e sottogruppi, affini e diversificati, ognuno con proprie peculiarità. Essi hanno un'origine comune, L'india del nord e una lingua comune, il romanès o romani ©hib diviso in svariati dialetti. L'opinione pubblica, che dei Rom e Sinti conosce poco o niente, tende a massificare e a confondere i diversi gruppi zingari, soprattutto tende a condannare e ad emarginare senza capire. La popolazione zingara in Italia rappresenta lo 0,16% circa dell'intera popolazione nazionale essendo stimati in un numero di persone compreso fra le 80.000 e le 110.000 unita. Sono presenti solo Sinti e Rom con i loro sottogruppi. I Sinti sono soprattutto insediati nel nord dell'Italia e i Rom nell'Italia centro-meridionale. Essi rappresentano gli zingari di antico insediamento a cui hanno aggiunti vari gruppi zingari di recente e di recentissima immigrazione. Circa 1'80% degli zingari che vivono nel nostro Paese hanno la cittadinanza italiana, il 20% circa e rappresentato da zingari extracomunitari, soprattutto provenienti dai territori della ex-Jugoslavia. Circa il 75% e di religione cattolica, il 20% di religione musulmana e il 5% raggruppa: ortodossi, testimoni di Geova e pentecostali.

L'arrivo in Italia

L'origine indiana degli zingari si è scoperta nel XVIII secolo attraverso lo studio della lingua zingara. Con lo studio filologico si è potuto ricostruire ipoteticamente l'itinerario seguito dagli zingari nel loro lungo cammino in quanto essi prendevano a prestito parole dai popoli con cui venivano a contatto. Dall'India del nord sono arrivati in Europa attraverso la Persia, l'Armenia e l'Impero Bizantino. Dai Balcani si sono diramati in tutta Europa, arrivando anche in Russia e, con le deportazioni, nelle Americhe e in Australia. Sono molti gli studiosi che credono che i Rom abruzzesi, fra i primi gruppi zingari arrivati in Italia, siano arrivati attraverso l'Adriatico provenienti dalle coste albanesi e greche, probabilmente per sfuggire alla repressione dei turchi ottomani. A sostegno di tale tesi si e fatto riferimento all'assenza nella parlata dei Rom abruzzesi di termini tedeschi e slavi. Ma si può obiettare: i turchi ottomani conquistarono tutta la Grecia e l'attuale Albania fra il 1451 e il 1520 (L. Piasere), mentre i Rom in Italia arrivarono molto tempo prima (il primo documento che attesta l'arrivo degli zingari e del 1422 ma ci sono molti indizi che inducono a credere che i Rom arrivarono ancora prima); i Rom abruzzesi hanno nella loro parlata sia termini tedeschi come tiÒ, glàse, brèg (ted. tiÒch = tavolo, glas = bicchiere, berg = montagna), sia termini serbo croati come plaxtà = lenzuola (s.c. phahta), niÒte = nulla (s. c. nista), a Òtar = catturare, afferrare (s.c. staviti), nikt (nikkete) = nessuno (s.c. nikto), a pukav. = fare la spia, denunciare (s.c. bukati), po (pro) = per (s.c. po); inoltre, perché i Rom con le loro carovane avrebbero dovuto viaggiare per via mare, via a loro scomoda, inusuale e all'epoca minacciata dai turchi, se per secoli avevano dimostrato di spostarsi con sicurezza e rapidità per via terra? Tutto ciò induce a credere che il grosso dei Rom abruzzesi sia arrivato in Italia dal nord per via terra, proveniente, dall'Albania o dalla Grecia, attraversando la ex-Jugoslavia e territori di lingua tedesca. Non è da escludere che effettivamente piccoli nuclei siano arrivati in Italia attraverso l'Adriatico assieme ad altre minoranze come Serbo -Croati e Albanesi. Tutto è comunque ancora da provare. Da questa piccola introduzione si può ben comprendere come sia difficile ricostruire la storia dei Rom sia perché i documenti a disposizione sono pochi ed incompleti sia perché i Rom non hanno lasciato nessuna testimonianza scritta. La storia dei Rom é una storia che non nasce dall'interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla "memoria" e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura. La storia dei Rom è fatta dai Caggé (non zingari) attraverso le osservazioni di quanti ai Rom si sono in qualche modo interessati per la curiosità e la meraviglia che suscitavano o attraverso le disposizioni delle autorità pubbliche. Così dalla lettura delle Cronache del XV secolo si possono ricostruire sommariamente gli itinerari seguiti dagli zingari in Europa. Il primo documento che segnala l'arrivo degli zingari in Italia è quello del 18 luglio 1422, un'anonima cronaca bolognese contenuta nella Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori: "A di 18 luglio 1422 venne in Bologna un duca d'Egitto, il quale aveva nome Andrea, e venne con donne, putti e uomini del suo paese, e potevano essere ben cento persone...... " Dalle "grida" e dai bandi che dal 1500 si sono susseguiti fino al 1700 si possono dedurre le politiche attuate dalle autorità nei confronti degli zingari: politiche di espulsione, di reclusione, di repressione, di deportazione, ovvero politiche votate al più completo rifiuto. (Attualmente siamo nella fase della politica di assimilazione).

I Rom abruzzesi

I Rom abruzzesi, con cittadinanza italiana, rappresentano dunque uno dei primissimi gruppi zingari arrivati in Italia e grazie alla lunga permanenza sono relativamente più inseriti nel contesto sociale ed economico della società maggioritaria rispetto ad altri gruppi di recente immigrazione. In passato le attività principalmente esercitate erano quelle che lasciavano spazio all'essere e alla creatività e quelle che facilitavano i rapporti umani. Da qui l'attività di musicisti, di fabbri calderari, di commercianti di cavalli, di lavoratori di metalli. Il progresso tecnologico, il boom economico, lo sviluppo delle attività industriali hanno soppiantato le attività tradizionali e la maggioranza dei Rom ha dovuto operare una riconversione economica, ma il modo di porsi di fronte alla vita e di interiorizzarla e soprattutto la struttura sociale dei Rom e rimasta nei secoli pressoché immutata. L'istituzione fondamentale su cui si regge la società romanes e la famiglia, intesa nel senso più ampio, come gruppo cioè che si riconosce nella discendenza da un antenato comune. Da sempre oggetto di violenza i Rom hanno rafforzato i rapporti endogamici e i vincoli di solidarietà familiare, mantenendo invece verso l'esterno un atteggiamento ostile. Vi è in questo un profondo senso di sfiducia e un'intima esigenza di difesa. Il sistema sociale e vissuto nelle profonde componenti umane, basato essenzialmente sul severo rispetto delle norme etico-morali che regolano e disciplinano la comunità romanes per garantire ai singoli individui la piena integrazione. Essi tutelano la dignità e l'onore del Rom. Non esistono classi o gerarchie sociali se si esclude quella semplicistica di ricchi e poveri, cosicché anche il più ricco e in relazione con il più povero e viceversa in base ad un principio di eguaglianza che riflette una ottica di vita di tipo orizzontale. In questo contesto il Rom abruzzese si sente parte di una totalità singolare che lo porta a differenziarsi sia dai caggé (non zingari) sia dagli altri gruppi zingari (Rom stranieri, Sinti, Kalé). ciò si traduce in un proprio stile di vita con modi proprio di esprimersi e di comportarsi. Alcune norme sono vincolanti, ad esempio: alle romniá abruzzesi non e assolutamente consentito dall'etica romanès di fumare, di indossare pantaloni, di truccarsi, di indossare costumi da bagno al mare, di giocare d'azzardo. Le donne che vogliono avere una buona reputazione ed intendono essere rispettate dai Rom si adeguano al rispetto di tali norme morali, che non le confonde con gli altri. Un Rom si sente perfettamente sicuro in seno alla sua comunità, costituita dall'insieme di tanti singoli gruppi parentelari dove non esistono né regine né tantomeno re come invece tende a far credere il sensazionalismo giornalistico che copre con la fantasia e l'immaginazione le proprie carenze informative. In mondo romano vien perciò presentato o in termini mitologici o in termini criminalizzanti, l'una e l'altra forma sono delle distorsioni che alterano il mondo zingaro producendo stereotipi negativi e pregiudizi di cui i Rom restano vittime. La sicurezza del Rom deriva dalla tradizione che lo pone sicuro di fronte al futuro e dalla coesione, che lo pone sicuro davanti all'imprevedibile. Tutto ciò si traduce in un forte equilibrio psicologico. Le relazioni ben strette fra educazione, coesione ed equilibrio psicologico sono minacciate con i contatti conflittuali esterni. Si pensi ad un bambino Rom che frequenta la scuola pubblica: entrare a contatto con una realtà che presenta dei modelli di vita funzionale alla società maggioritaria a cui e difficile per lui adattarsi, gli provoca inevitabilmente uno smarrimento in quanto è costretto ad operare una difficile scelta che nella maggior parte dei casi lo induce a ripercorrere la strada degli affetti familiari; da adulto mostrerà un atteggiamento ostile verso quella società non ancora preparata ad accoglierlo se non attraverso l'assimilazione. Lo stesso dicasi dei matrimoni misti in cui l'individuo esterno viene a rappresentare un elemento di disturbo se non riesce ad integrarsi. Il cardine della struttura sociale dei Rom e la famiglia patriarcale, dove il vecchio, considerato saggio, ne é rappresentante riconosciuto. Ci sono Rom che vengono esclusi per le loro pessime qualità morali, sono considerati "gavalé" e sono derisi e scherniti. I frequenti contatti all'interno del mondo romano hanno da sempre attivato una fitta rete di comunicazione interna che porta i Rom ad essere a1 corrente di ciò che accade a famiglie zingare anche molto distanti. I mass media rappresentano oggi, assieme alle organizzazioni tentacolari pseudo-zingare, la più grande minaccia all'esistenza dei Rom poiché infondono modelli di vita che allontanano i giovani dalla tradizione facendo allargare le maglie delle relazioni sociali e familiari, creando anche nuovi gusti e nuove esigenze che alterano l'etica romanès e che infondono nei Rom l'arrivismo e la necessità di possedere a tutti i costi il superfluo. Da qui le attività illecite. I Rom non preparati alla maniera dei caggé, cadono nel tranello. Cerchiamo ora di capire e di conoscere alcuni aspetti fondamentali della cultura e della vita dei Rom abruzzesi: la lingua, il sistema giuridico, la festa (fidanzamento e matrimonio), la morte.

La lingua

La lingua dei Rom abruzzesi detta "romanès" o "romaní ©hib" è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana. La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell'Italia centromeridionale a testimonianza dell'itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell'India verso occidente.

(Ringraziamo il Camerata Rumeno Costel Antonescu che ha fornito tali informazioni)





lunedì 8 ottobre 2012

IL FUNZIONARIO OSCURO, l'uomo che si oppose alla vendita dell'Italia!

Assolutamente da vedere! L'economista Nino Galloni,direttore generale del Ministero del Lavoro, spiega in una conferenza quello che non è mai stato detto pubblicamente, i segreti che si nascondo dietro la moneta unica e il progetto di indebolimento dell'Italia studiato a tavolino da Francia e Germania. Ecco perchè sostenere la sovranità monetaria!






sabato 6 ottobre 2012

domenica 30 settembre 2012

SODDISFAZIONE PER LA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE

Come da programma si è svolta ieri la marcia rivoluzionaria forzanovista a Lucca ed in contemporanea in altre 10 città italiane.I partecipanti, un centinaio di militanti provenienti un pò da tutto il centro-nord dellaToscana, hanno sfilato pacificamente indossandola camicia bianca della rivoluzione ed intonando a gran voce gli slogan che ormai contraddistinguono Forza Nuova da qualsiasi altra forza politica, lavoro prima agli italiani,moneta di popolo e rivoluzione!
Con grande gioia dei partecipanti molti sono stati i curiosi che si sono soffermati a guardare la sfilata del corteo annuendo di approvazione per le grida contro il sistema corrotto
e chiedendo informazioni e chiarimenti sul movimento.
Nessun scontro o momenti di tensioni, tutto si è svolto con vivace serenità e con grande gioia anche della Digos e delle forze dell'ordine presente con un nutrito gruppo di agenti.

Durante i 15 anni trascorsi dalla sua fondazione FN è cresciuta e maturata distaccandosi da elementi e gruppi violenti che troppo spesso ne hanno macchiato il nome riorganizzando le idee pur mantenendo gli obbiettivi originali ed oggi possiamo chiaramente affermare che una forza decisa, dirompente, identitaria e dallo spirito puramente nazionalpopolare è pronta a diventare protagonista nella scena politica italiana.
 
Abbiamo firmato un patto con il popolo italiano: noi non tradiremo la bandiera tricolore!!

Il commento del leader Roberto Fiore sul sito nazionale.

giovedì 31 maggio 2012

MONETA DI POPOLO A VIAREGGIO, UNA SOLUZIONE PER LA CRESCITA


La causa principale della crisi economica che stiamo attraversando è essenzialmente dovuta all’elevato debito pubblico che frena ogni tentativo di Crescita ed aumenta la recessione e quindi la disoccupazione, con l’incubo di un clamoroso default. Tale DEBITO PUBBLICO è certamente imputabile, in primis, alle banche e al loro SIGNORAGGIO. Stiamo pagando un debito pubblico non generato dal popolo, bensì provocato dallo Stato che ha comprato e continua a comprare… denaro emesso dalla BANCA CENTRALE indebitandosi e “trasferendo” tale debito sul proprio popolo. In tempi passati, le banche che emettevano denaro lo garantivano con la copertura aurea. Oggi, le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono convertibili e il loro costo di emissione è praticamente zero, ma il GUADAGNO di chi le emette e le vende, ossia il signoraggio, è del 100% del VALORE NOMINALE. Quando lo Stato chiede denaro alla Banca Centrale paga il costo del valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli di debito pubblico, ossia e conseguentemente impegnandosi a chiedere e a riscuotere CRESCENTI IMPOSTE ai propri cittadini e alle proprie imprese. Tutto ciò avviene attraverso la Banca Centrale Europea, il vero mostro giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni controllo: come un vero e proprio Stato sovrano, posto al disopra delle parti.


Inoltre è bene ricordare che il potere di acquisto della moneta è conferito esclusivamente dal mercato, dalla gente. La Banca Centrale non ha “prodotto” il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato. La moneta è un bene immateriale di VALORE CONVENZIONALE e gravata di debito. La moneta ha valore perché MISURA IL VALORE DEI BENI. Poiché ogni unità di misura è convenzionalmente stabilita, la fonte dello strumento monetario è la convenzione. Ogni unità di misura ha la qualità corrispondente a ciò che deve misurare: il metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza, il chilogrammo ha la qualità del peso perché misura il peso, la moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. La moneta è inoltre un bene collettivo, in quanto è creato dalla collettività che accetta la convenzione monetaria.


Ecco, che fondamentale importanza, in questo contesto economico e considerato quanto accennato e premesso sopra, assume la “MONETA COMPLEMENTARE”


Una moneta emessa non dalle Banche ma dagli Enti Locali: il Comune o la Provincia non creano debito pubblico ne privato, sarebbe di fatto una vera e propria MONETA DEL POPOLO


Il valore della moneta viene garantita solo dall’accettazione delle persone. Se per l’euro l’accettazione è imposta dalla B.C.E., in questo caso sarebbe solo VOLONTARIA e fiduciaria. Ma il principio è il medesimo: carta che misura una compravendita. Dal punto di vista normativo la Moneta Complementare è da considerarsi come un «abbuono» e pertanto non fa parte della massa imponibile, molto simile comunque alle politiche commerciali della grande distribuzione e per questo facilmente compreso e accettato. In sostanza la Moneta Complementare non è da considerarsi una vera e propria moneta.


La gran parte dei più stimati economisti contemporanei ( praticamente tutti coloro che non hanno interessi diretti con il mondo bancario) ritiene che la moneta complementare sia l’unico mezzo, a disposizione dei popoli occidentali, per uscire dalla crisi.
Oggi l’ applicazione di tale strumento ( risolutivo per la crisi ) è rafforzato da alcune leggi della nostra Costituzione.


Art.1 “ LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO che la esercita nei modi e nelle forme della Costituzione stessa”. E poiché la costituzione nulla stabilisce circa l’emissione del denaro, ossia non la regola e non la attribuisce ad alcun organo costituzionale, l’emissione del denaro è libera facoltà del popolo e tutte le leggi o decreti che volessero limitarla o toglierla al popolo, sarebbero incostituzionali.


Art. 42 “I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, ESPROPRIATA per motivi d’interesse generale…” Dunque, la proprietà del Denaro da parte delle Banche può essere espropriata.


Art. 54 “Ai comuni e alle province la legge riconosce, nell’ambito della finanza pubblica, AUTONOMIA FINANZIARIA fondata su certezza di risorse proprie e trasferite”.


Nel mondo oggi ESISTONO circa 5.000 MONETE complementari! Esse sono di vario genere e utilizzate in diverse comunità: alcune di esse si basano sulla concessione di crediti reciproci che non generano interessi, come il LETS, nato negli anni ’70 e diffuso in Gran Bretagna e Australia. Negli U.s.A. sono circa 70 i grossi comuni che utilizzano una vera e propria moneta complementare al dollaro, e le ITHACA HOURS (presenti dal ‘90) sono un esempio concreto di Crescita ed attestato da tutti.


Per alcuni la moneta complementare è diventato un business ad elevata utilità sociale, come nel caso della Wir Bank svizzera nata come cooperativa con l’obiettivo di sopperire alla crisi del ’29 e che oggi concede crediti in moneta complementare WIR di cui ne usufruiscono circa 60.000 IMPRESE che vogliono fronteggiare le crisi di liquidità e agevolare gli scambi. In Belgio circa 10.000 commercianti accettano pagamenti in RES, moneta complementare utilizzata da oltre 100.000 CONSUMATORI attraverso un’apposita card simile alle carte prepagate ricaricabili. In Italia tale realtà si chiama BexB, società che da dieci anni agevola le sue aziende associate (oggi circa 2400) a vendere e acquistare beni e servizi senza esborso di denaro, ma tramite l’utilizzo dell’unità di conto eurobexb. Da qualche anno è nato lo SCEC (sconto che cammina), moneta complementare rappresentata da biglietti, emessi dall’associazione ARCIPELAGO SCEC, che fungono da buoni sconto sul prezzo riutilizzabili successivamente. Queste sono monete che permettono di acquistare beni o servizi e sono complementari, cioè utilizzate in aggiunta, all’euro.


Anche in passato, il Presidente LINCOLN, avendo bisogno di denaro per finanziare la Guerra, chiese un prestito ai banchieri che gli offrirono un prestito al 24% di interesse; Lincoln rifiutò la loro richiesta perché non voleva gettare la nazione in tale enorme debito e decise di stampare banconote per conto proprio. Lincoln stampò oltre 400 milioni di dollari (senza debito ne interesse) e pagò i soldati, gli impiegati degli S.U. e comprò forniture per la guerra. Poco dopo la morte di Lincoln il governo revocò la legge sulle Banconote che mise fine al denaro esente da debito ed interesse. Fu approvata una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse

Oggi come oggi, l’adozione della moneta complementare non può certo partire dallo Stato: è chiaro a tutti quali siano i rapporti che intercorrono tra il Governo Centrale e la B.C.E, e le possibili ripercussioni che ne deriverebbero con gli altri Governi Europei.

Ma certamente PUO’ E DEVE partire dai singoli Comuni, che non hanno interesse alcuno a far accrescere le Finanze della Banca Centrale!

Perché Viareggio non dà un CORAGGIOSO ESEMPIO al resto del Paese di come sia possibile e “semplice” uscire dalla Crisi ?


La moneta del popolo sarebbe ossigeno puro per l’economia del nostro Comune.


Supponiamo, per esempio, la scelta di tali condizioni da parte dell’ Amministrazione attuale:
- ogni cittadino potrà recarsi al Comune e chiedere 500 monete complementari in cambio di 500 euro
(chiaramente potrebbe stabilirsi un cambio diverso e/o un cambio che vari in funzione della situazione reddituale del singolo cittadino).


- le nuove monete messe in circolazione, avranno un potere d’acquisto doppio, attribuendo di fatto un valore convenzionale maggiore rispetto all’ Euro ( l’ Amministrazione potrebbe stabilire un valore convenzionale diverso e/o che ogni bene o servizio possa essere pagato in moneta complementare “solo” e al massimo per la metà del suo valore in Euro).

Ciò comporterebbe un immediato INCREMENTO DELLE ENTRATE COMUNALI: ogni cittadino che andrà in Comune per il cambio Euro – Moneta Complementare, avrà “regalato” Euro al Comune in cambio di una Moneta che però rappresenterà per lui e la propria famiglia un aumento del proprio potere d’acquisto
Il Comune potrebbe dunque CHIEDERE MENO SACRIFICI ai propri cittadini ( come per esempio la scelta di portare alle soglie minime le aliquote IMU applicabili), e al contempo investire tale incremento delle Entrate in opere e/o processi volte alla Crescita economica e sociale.
Commercianti, artigiani e liberi professionisti locali vedrebbero certamente INCREMENTARE LE PROPRIE VENDITE e offerte di servizi: ogni Viareggino avrà tanto di più da spendere e sarebbe invogliato nell’ acquistare maggiormente nel proprio paese, essendo che tale Moneta non avrebbe valore in altri Comuni.

La Moneta Complementare darà vita ad un ciclo economico-finanziario tale per cui vi sia sempre una COSTANTE CIRCOLAZIONE di tale moneta e quindi ricchezza che rimarrebbe sempre in paese.

È bene sottolineare che i commercianti e gli altri “venditori” avranno comunque un’ incasso in Euro ( visto il limite massimo di cambio e considerata la possibilità che il pagamento debba essere effettuato, come minimo, in euro per la sua metà del valore originario) permettendo loro di pagare propri fornitori e pagare tasse e contributi.


Sarebbe insomma una vera MANNA per l’economia del nostro paese.

martedì 8 maggio 2012

LA DESTRA "VERA" CONQUISTA IL PARLAMENTO GRECO
E' con un sorriso che salutiamo l'ingresso di Alba d'Oro nel parlamento greco che, con il 7% di preferenze dell'elettorato, conquista ben 21 seggi.
Un risultato storico che prospetta un'inversione di tendenza nel futuro della povera e martoriata penisola greca e che sopratutto siamo sicuri saprà rivelarsi un esempio da seguire.
Alba d'Oro è un movimento che per decenni ha fatto politica nelle strade senza mai ottenere risultati apprezzabili alle urne, non hanno mai ceduto, hanno sempre creduto e lottato per la loro patria senza venire premiati dalle elezioni. Nel 2009 arrivano allo 0,29%, nel 2010 alle comunali di Atene riescono per la prima volta a fare un eletto.
Oggi hanno 21 deputati, senza scendere a compromessi, senza rinnegare le loro origini, senza ricercare improbabili svolte "politicamente corrette".
Forza nuova è un partito dai contenuti simili (ma non estremisti) e rifiutiamo categoricamente l'appellativo di "neonazisti" come invece è comparso su tutti i giornali ed i notiziari parlando del successo di Alba d'Oro, un modo subdolo per rivangare nella memoria dei lettori, per associazione di idee, i peggiori ricordi della storia cercando quindi di metterci in cattiva luce.
Riusciamo solo a pensare che anche nel nostro parlamento la paura di perdere la poltrona è tanta e di molti!
Non meno importante e meritevole di lode è il successo riscontrato in Francia dal partito nazionalista di Marine Le Pen, anche questo forte sintomo di ribellione popolare e voglia di chiudere con l'austerità imposta dal sistema Europeo.  Ma forse è giusto estendere quanto detto ai Paesi dell'intera Unione Europea dato che la prima mossa della Grecia sarà proprio quella di distaccarsene, introducendo la propria moneta nazionale, liberandosi con un secco rifiuto dalla morsa bancaria e schiavista della BCE e sbattendo le porte in faccia agli stranieri ed ai loro traffici illeciti e speculativi.
Speriamo solo che il successo di Alba d'Oro non venga ofuscato dai nostri media come sta accadendo per l'Irlanda della quale i giornalisti sembrano essersi dimenticati ma che pare sia riuscita ad azzerare il proprio debito pubblico semplicemente riconsegnando le banche al loro legittimo proprietario: il popolo!
Alba d'Oro ha dimostrato che la costanza, la fermezza, la coerenza e l'ostinazione con il tempo vengono premiate e questo deve essere un esempio per tutti.....

.....ed un monito per i nemici!

giovedì 19 aprile 2012

ABBATTERE L'IMU SULLA PRIMA CASA E' POSSIBILE!!

Incredibile ma vero! L'amministrazione comunale del piccolo paese di Polistena (RC) ha dimostrato concretamente che abbatere l'IMU allo 0,2% sulla prima casa è possibile pur seguendo le leggi imposte dal governo. Di seguito riportiamo la dimostrazione pratica tratta dal sito web del comune di Polistena.
 NON PAGHERA' NULLA sulla prima casa circa il 90% dei cittadini
La maggioranza comunale ha approvato la definizione delle aliquote della nuova imposta, assumendo la decisione storica, esemplare e coraggiosa di non far pagare sulla prima casa la maggior parte dei polistenesi, i quali potranno ridurre a zero il dovuto grazie alla detrazione fissa di €. 200,00 prevista dalla legge ed a quella aggiuntiva di 50 Euro per ogni figlio a carico al di sotto di ventisei anni. Infatti solo per fare qualche esempio reale:
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 7,5 vani (120mq circa) classe 3 (massima) e rendita catastale di € 561,65 - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto da almeno un figlio a carico sotto i 26 anni e genitori proprietari di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 10 vani (180mq circa) classe massima e rendita catastale di € 748,86 - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A3 (abitazioni di tipo economico) con 7,5 vani (120mq circa) classe massima e rendita catastale di € 426,08 - NON SI PAGA
Per i gruppi A4 - A5 - A6 (Abitazioni popolari - ultrapopolari -rurali) dove la rendita catastale è assai inferiore alle altre categorie, esenzioni pressochè totali - NON SI PAGA
- con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di un villino classificato nel gruppo A7 (abitazioni tipo villini) con 7,5 vani (120mq circa) classe massima e rendita catastale di € 619,75 - SI PAGANO €. 8,24, ma con un figlio sotto 26 anni NON SI PAGA.

Evidentemente non si tratta di fantascienza ma di REALTA' e la copia del documento che sta facendo il giro d'Italia a testimonianza di quando detto è qui di seguito riportato


Data la difficile situazione economica nella quale si trovano molte famiglie viareggine, continuamente pressate dalle richieste di denaro del governo Monti, sarebbe una bella presa di posizione da parte del nostro Sindaco Lunardini, reduce dalla burrascosa riconferma dell'incarico, dimostrare finalmente ai cittadini qualcosa di concreto di cui andare fiero.

mercoledì 11 aprile 2012

FERMARE L'INVASIONE CINESE E' POSSIBILE?

ROMA - Sono praticamente quadruplicati (+272%) gli sbarchi di concentrato di pomodoro cinese in Italia negli ultimi dieci anni e rappresentano oggi la prima voce delle importazioni agroalimentari dal gigante asiatico. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base di una analisi sui dati dei primi cinque mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2000. Alla luce di questi dati, Coldiretti sottolinea che «la possibilità di spacciare come Made in Italy la produzione orientale, oltre ai rischi sanitari confermati dai recenti sequestri, sta mettendo in crisi la coltivazione della vera pummarola Made in Italy, il cui raccolto è stimato quest’anno in calo di quasi il 10%». Il quantitativo che sbarca in Italia dalla Cina, secondo l’organizzazione, dovrebbe superare a fine anno i 100 milioni di chili, pari a quasi il 15% della produzione di pomodoro fresco italiana destinato alla trasformazione realizzata in Italia. Dalle navi - denuncia Coldiretti - sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Sottolineando che nelle campagne «si segnalano ritardi nel ritiro dei prodotti, clausole vessatorie e mancato rispetto delle regole contrattuali che stanno provocando incertezza e danni ai produttori agricoli», Coldiretti chiede «una iniziativa da parte del Ministero delle politiche agricole per verificare l’evoluzione della campagna di raccolta ed avviare le eventuali attività di controllo negli stabilimenti industriali». Già nei mesi scorsi le associazioni dei Consumatori e le organizzazioni degli agricoltori erano rimaste con il fiato sospeso in scia alla possibilità di dare il via libera al commercio nel nostro Paese dell’aranciata "senza arance" con la decadenza dell’obbligo di vendere il prodotto con almeno il 12% di succo. Pur tuttavia, in accordo con quanto sottolinea la Coldiretti, gli inganni a tavola non si fermano all’aranciata o al pomodoro, visto che è possibile stilare in fatto di falso made in Italy una vera e propria "lista degli orrori" con il vino che svolge un vero e proprio ruolo da protagonista. Basti pensare al cosiddetto "vino ai trucioli", oppure ancora il "vino dealcolato", quello "allo zucchero" e quello "rosé ai miscugli"; ma c’è anche il "vino senza uva" la cui fermentazione avviene con la frutta, lamponi e ribes. Nella "lista degli orrori" ci sono poi tutta una serie di formaggi ottenuti con polveri al posto del latte fino ad arrivare al cioccolato dove al posto del cacao vengono utilizzati i grassi vegetali. La Coldiretti, tra l’altro, sottolinea la necessità di contrastare l’odioso mercato dei falsi alimentari che, oltre abbassare la qualità dei cibi in commercio, colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione che, a causa della crisi economica, sono gioco forza costretti ad acquistare prodotti sottocosto e spesso di dubbia provenienza e preparati con materie prime scadenti. Ed è proprio su questo punto, cioè sull’italianizzazione dei prodotti di scarsa qualitò, che punta il dito la Coldiretti, che ha organizzato una recente manifestazione di protesta: «Prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come made in Italy a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare chiarezza».
Basterà tanto per fermare l’invasione cinese?


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INTERESSANTE ARTICOLO SCRITTO DAL "NEMICO"
Sul blog di Forza Nuova Pisa: Il Post
dal titolo: Perchè Forza Nuova fa paura!

mercoledì 4 aprile 2012

ASILO NIDO, NON C'E' POSTO PER TUTTI
Di seguito riportiamo un articolo tratto da "La Nazione" che, come ogni anno, riporta alla ribalta il solito problema legato alla disponibilità di posti negli asili nidi della nostra città.
Non crediamo di dover spiegare quanto sia importante che i nostri figli giochino e socializzino tra loro in spazi adeguati, sicuri e sotto gli sguardi attenti di personale qualificato (anche se purtroppo non sempre questo si è rilevato vero). I bambini rappresentano il futuro del nostro paese ed è su di loro che andrebbero concentrate tutte le nostre attenzioni e quelle dello stato.
Segue l'articolo:
 Viareggio, 28 agosto 2011 - Salvo qualche esempio virtuoso, le liste d’attesa per gli asili nido versiliesi sono ancora lungi dall’essere abbattute: restano fuori, in totale, 268 bambini. A Viareggio, per vedere la situazione dei servizi all’infanzia 0-3 anni basta controllare le graduatorie pubblicate sul sito internet del Comune: su un totale di 259 richieste, per tredici strutture (tra asili e giocherie), sono 203 quelle che hanno trovato accoglimento. Vien da sé che a «chiedere asilo» sono rimasti in 156. La soluzione per queste famiglie? Affidarsi a una baby-sitter oppure vagliare tra le varie offerte dei nidi privati la più adatta alle proprie esigenze. In città però, su sei strutture private autorizzate, non esistono asili accrediti convenzionati: con questa speciale qualifica gli asili privati potrebbero accogliere alcuni dei bambini in lista e la Regione, attraverso un voucher, pagherebbe una parte, o l’intera quota, della retta mensile. Potrebbero, ma non possono visto che in città questa opportunità non è stata ancora presa in considerazione. Quindi, la famiglia rischia un salasso. L’opzione, invece, a Massarosa è già una realtà assodata: oltre ai due asili pubblici nel comune collinare c’è una struttura privata che gode dello status dell’accreditamento. Ma la strada verso l’azzeramento delle liste d’attesa è ancora lunga. Rispetto all’anno scolastico 2010/2011 i bimbi in lista quest’anno sono scesi da 65 a 42, ma allo stesso tempo sono diminuite anche le richieste d’accesso: passate da 131 dello scorso anno scolastico alle 90 attuali. Situazione pressoché invariata rispetto al passato anche a Camaiore dove 60 famiglie non potranno contare sul servizio educativo comunale a fronte di 145 richieste totali. Anche qui, oltre alle tre strutture pubbliche, il comune si affida ad un asilo accreditato.


sabato 24 marzo 2012

TESSERAMENTO 2012

Dopo le azioni di volantinaggio e le successive polemiche dell'amministrazione comunale e della radicata sinistra della nostra città abbiamo riscontrato il parere positivo di molti cittadini i quali hanno finalmente identificato in noi la "chiave del cambiamento". 
Il tesseramento 2012 è aperto, militanti e simpatizzanti sono chiamati a dare il loro contributo per rompere il muro del silenzio e spezzare le catene filocomuniste che tiene prigioniera la nostra città!!
I Rom rappresentano solo una piccolissima parte dei problemi da affrontare....
Unisciti a noi ed entra a far parte dell'unico vero movimento politico a difesa degli Italiani!
Richiedi il modulo di tesseramento scrivendo a fnviareggio@gmail.com

venerdì 23 marzo 2012

ECCO COSA PROPONE FORZA NUOVA!!

SE PENSATE CHE LA SINISTRA SIA IN GRADO DI DARVI QUESTO....!?!

Cittadini! E' arrivato il momento di scendere in piazza e far sentire la propria voce!

giovedì 22 marzo 2012

FN Viareggio risponde alle illazioni mosse dai berretti bianchi comparse nell’articolo del Versiliatoday.
Come ci aspettavamo siamo stati attaccati ed etichettati come razzisti, il preconcetto che distingue ogni gruppo di destra e con il quale gli antagonisti militanti cercano ostinatamente di arrestare la nostra propaganda politica.Il concetto di razzismo non ci risulta essere parte della filosofia forzanovista! La richiesta di espulsione dei Rom e degli immigrati non deve e non può essere scambiata per la volontà di prevaricazione di una razza su di un’altra esprimendo così il concetto della superiorità. Troppo facile riempirsi la bocca di paroloni ricordando le vittime dei campi di sterminio e le deportazioni facendo credere ai lettori che, a distanza di più di settant’anni , qualcuna lavora affinché il passato ritorni di attualità.Perché i berretti bianchi e tutti coloro che si sono sentiti minacciati dalla vista dei volantini non iniziano a spiegare ai viareggini le spese che devono essere sostenute per aiutare questi “amati e rispettevoli turisti incompresi”??
Proprio su questo blog pochi giorni fà abbiamo pubblicato un esaustivo articolo sul costo che il governo Italiano deve sostenere ogni anno per gestire l’immigrazione. Gli italiani, flagellati dall’aumento e dall’introduzione di nuove tasse, vengono ridicolizzati e sbeffeggiati presentandogli il conto salato dell’immigrazione. Se a questo viene sommata una serie di altri fattori fra i quali evidenziamo la perdita del posto di lavoro, le infrastrutture fatiscenti e l’aumento del costo della vita in genere (alimentari e non), per quale motivo dovrebbero vedere i propri soldi buttati in qualcosa che non renderà mai al nostro paese? ….costruiamo moschee, doniamo case, li osserviamo sporcare la nostra terra, li lasciamo rubare ma guai a contrastarli, altrimenti siamo razzisti!
Mentre voi li difendete questa "comunità" diventa sempre più forte! Si permettono di girare per le nostre strade sentendosi protetti dalla legge e da quelli come voi , liberi di inveire contro il nostro paese, sicuri della mancata reazione da parte dei cittadini che, in caso contrario, si ritroverebbero in tribunale con l’accusa di razzismo, quella parola che tanto vi piace!
Per concludere, perché non chiedete ai viareggini se vogliono ancora vivere in questo stato di cose invece di prendere voi la parola e decidere per loro? Siete sicuri di manifestare la volontà viareggina? Noi abbiamo qualche dubbio…..

sabato 17 marzo 2012

Scene di violenza al quartiere Varignano. Protagonisti di sempre.....i ROM!

Clicca qui per vedere l'articolo


Ormai di episodi come questi ne accadono ogni giorno, nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine la massa degli immigrati, sommata a quella dei rom, sembra inarrestabile.
Servono prese di posizione forti da parte di chi governa, servono leggi con le quali farsi rispettare, riconquistare la sovranità della città che abbiamo faticosamente contribuito tutti con il proprio lavoro a costruire.  Non dovete abbassare la testa o lasciare a quella feccia le piazze e le strade che vi appartengono di diritto, dovete reagire, dovete lottare....
Solo Forza Nuova, con la sua rivoluzionaria passione, ha la cura necessaria per guarire da questo cancro che qualcuno, riempiendosi la bocca di belle parole, si ostina a lasciare progredire.

Solo Forza Nuova può sorridere ai tuoi sogni!




mercoledì 14 marzo 2012

I "DIRITTI UMANI" E ISRAELE VOGLIONO CANCELLARE DANTE
Articolo tratto da "ritornoallatradizione.blogspot.com



lunedì 12 marzo 2012

domenica 4 marzo 2012

Tav, treno ad alta velocità atlantica

Il Movimento No TAV, attivo almeno fin dai tempi della grande manifestazione a Sant’Ambrogio di Torino del 2 marzo 1995, ha più di una buona ragione per contestare la realizzazione della grande opera ferroviaria che dovrebbe attraversare la Val di Susa collegando Torino a Lione, all’interno di un più esteso colegamento da Lisbona a Kiev. Troppo lunghi e costosi sarebbero ad esempio i lavori del cantiere, tali da sottrarre al paese risorse preziose che certamente risulterebbero meglio investite nell’ammodernamento delle linee esistenti (a cominciare dalla linea Torino – Lione che attraversa il Traforo del Frejus e che ad oggi viene utilizzata non oltre il 30% delle sue capacità: per il trasporto merci, quindi, la TAV si presenterebbe come un costoso ed inutile doppione). Ingenti sarebbero anche i danni all’ambiente, con gravi effetti sulle condizioni idrogeologiche della valle come del resto è già avvenuto con i lavori per l’alta velocità nel Mugello, dove interi paesi sono rimasti senz’acqua a causa del disseccamento delle falde.
Non mancherebbero poi preoccupazioni su problemi di salute pubblica legati ad una serie di minerali presenti nelle montagne circostanti (principalmente amianto ed uranio) le cui scorie e la cui radioattività, a causa dei forti venti che caratterizzano la Val di Susa, potrebbero raggiungere persino la periferia di Torino. Infine una linea come la TAV favorirebbe, nell’ottica del mercato comunitario, l’esportazione di capitale produttivo verso le aree più povere dell’Unione Europea e l’importazione di merci a basso costo dalle medesime, assecondando così la deindustrializzazione e la delocalizzazione di imprese del nostro Paese verso l’Europa orientale e, di conseguenza, anche la compressione dei salari dei nostri lavoratori.
Ma queste ragioni, tutte condivisibili e difficilmente obiettabili, sono soltanto quelle più note ed ufficiali: ve ne è anche un’altra, al cui proposito l’opinione pubblica viene tenuta accortamente all’oscuro e di cui ci ccuperemo in questo articolo. La TAV, esattamente come la ferrovia Berlino – Baghdad dell’inizio del secolo scorso (la cui funzione era quella di favorire la penetrazione militare ed economica della Germania guglielmina nei Balcani e nel Medio Oriente di cui già all’epoca s’era scoperto il potenziale petrolifero), risponde a ben precise logiche geopolitiche e geostrategiche. Attraversando Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Ungheria ed Ucraina, favorirebbe il collegamento e la saldatura fra Europa occidentale ed orientale, consentendo così la penetrazione della NATO nello spazio post sovietico.
Non è certo un mistero che Kiev rappresenti solo il terminale momentaneo di questa enorme infrastruttura per la quale già si teorizzano ulteriori prolungamenti verso la Crimea, il Caucaso e la Russia meridionale. Guardacaso proprio le aree su cui l’azione di destabilizzazione e penetrazione militare e d’intelligence da parte degli Stati Uniti, attraverso la leva costituita dall’Alleanza Atlantica, è andata intensificandosi a partire dall’ultimo decennio. Gli Stati Uniti ad oggi mantengono più di 100.000 uomini nel Vecchio Continente allo scopo di assicurarvi il proprio controllo e soprattutto per poterlo utilizzare come piattaforma da cui partire alla conquista degli spazi circostanti, in primo luogo l’Africa ed il Medio Oriente (per i quali, non a caso, nel 2008 è stato istituito il comando tattico-operativo AFRICOM) e gli Stati dell’Europa orientale un tempo alleati dell’URSS (Polonia, ex Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria) o addirittura parte di essa (Lituania, Estonia, Lettonia, Ucraina, Georgia ed Azerbaigian). E’ un processo d’allargamento che si basa sull’inserimento di questi Stati nel dispositivo politico e militare della NATO, con relativa installazione nel loro territorio di nuove basi militari americane. Per tale ragione il numero di militari americani in Europa salirà, mentre parte di loro verranno sempre più spostati ad Est e a Sud, verso la nuova frontiera.
Com’è ben noto, una delle principali ossessioni dei vertici militari e degli strateghi statunitensi è costituita dalla logistica. Se guardiamo alla storia militare degli Stati Uniti d’America, c’accorgeremo che molti loro successi e del pari molti loro rovesci hanno spesso avuto più di una ragione in difficoltà nel gestire la logistica o nelle debolezze intrinseche a quest’ultima: pensiamo, per esempio, alle guerre di Corea e del Vietnam. In questa loro corsa ad Est e a Sud, quindi, per gli americani è vitale dotarsi di una logistica caratterizzata dai massimi livelli d’efficienza e di velocità: le basi militari che rappresenteranno i centri della colonizzazione delle nuove aree europee ed extraeuropee, di conseguenza, dovranno essere collegate tra loro da “linee ad alta velocità”. A livello italiano la TAV collegherebbe tra loro l’aeroporto nucleare di Ghedi, il comando NATO del Garda e di Verona (altro snodo cruciale non soltanto fra Europa orientale ed occidentale, ma soprattutto tra Europa continentale e mediterranea, ovvero corridoio preferenziale di collegamento tra il fronte meridionale e la Germania, il paese dove la NATO e le forze americane sono presenti in modo più massiccio), Camp Ederle di Vicenza, passando oltretutto in prossimità delle basi di Istrana e di Aviano, superbase nucleare collegata al Corridoio 5 attraverso un suo collegamento apposito. Ecco che allora il Corridoio 5, la linea su cui andrebbe a correre la TAV, permetterebbe un rapido movimento e trasporto di truppe e materiali militari da Lisbona a Kiev e viceversa, verso mete ancora più lontane.
In Italia, solitamente, la mobilitazione popolare basta a bloccare o quantomeno interrompere la realizzazione di tutte quelle “Grandi Opere” a torto o ragione giudicate come discutibili, vuoi per ragioni economiche o ambientali: è stato così col Ponte di Messina, col MOSE e persino col progetto berlusconiano di ritorno al nucleare. Ma non è stato così con l’alta velocità, né in Mugello (una linea ad alta velocità che colleghi il Nord al Sud del Paese, sempre militarmente parlando, risulta oltremodo strategica ed indispensabile alla NATO, che ottiene così la possibilità di collegare Vicenza, Aviano, Verona e la Germania alle basi militari come Livorno e ai comandi NATO quali Napoli e Taranto, dotati di “giurisdizione” per l’intero Mediterraneo) né in Val di Susa, e men che meno per la costruzione della base di Vicenza “Dal Molin”. In questi casi, infatti, non sono in gioco i nostri interessi (l’interesse nazionale, al quale si può anche rinunciare) ma quelli dei nostri “padroni”. Padroni che intendono portare a casa determinati risultati, costi quel che costi: se noi italiani vogliamo rinunciare al MOSE, sono affari nostri; vorrà dire che per fronteggiare l’acqua alta a Venezia c’inventeremo qualcos’altro. Ma che non ci venga in mente di dire di no all’alta velocità: quella serve a Washington e Bruxelles, e di farla saltare proprio non se ne parla. Come italiani, siamo liberissimi di far affondare Venezia, ma non i piani d’espansione coloniale dei nostri padroni d’oltre Oceano.

martedì 14 febbraio 2012

ITALIANI!  Riscoprite e godetevi il "MADE IN ITALY"!!

Tutte le più grandi industrie ormai non danno più da mangiare ai lavoratori del proprio paese. Questo vale per tutti i paesi ed in modo particolare per l'Italia, ma ogni qual volta che aquistate un prodotto fatto in Cina o in qualche altro paese emergente vi siete mai chiesti qual'è il reale "prezzo" da pagare?
Facciamo un rapido riepilogo e vediamo se riusciamo a convircevi che è un prezzo molto alto!
L'immagine del post è evidentemente rivolta ai giocattoli, prodotto che ormai risulta prodotto in Cina nel 90% dei casi anche se distribuito nel nostro paese da grandi e famose case puramente di stampo italico. Apriamo una parentesi: i prodotti di tali rinnomate industrie sotto tutti marcati a norme CE e quindi la produzione dovrebbe soddisfare i requisiti di sicurezza imposti dalla legge Europea. Parallelamente a questi sul mercato si riversano altri giocattoli, tutti contraffatti, recanti marchi CE falsi, prodotti con materie di riciclo che nel 100% dei casi risultano essere tossiche, costruiti ed assemblati in ambienti lavorativi dove vige la schiavitù e lo sfruttamento minorile.
Le due realtà presentate hanno una cosa in comune: in entrambe i casi per ogni giocattolo prodotto e comprato nel nostro paese c'è un operaio italiano che ha perso il lavoro, una famiglia senza denaro, uno Stato più povero!
Aggiungiamo inoltre che l'avidità imprenditoriale talvolta non ha limiti, motivo per il quale, quando i nostri figli giocano con un balocco sicuro e marcato a norma...... lo sarà veramente? Chi può veramente controllare tutto ciò che transita i nostri confini?
Gentili lettori, sono tempi duri per tutti e siamo consci che il nostro suggerimento non trova facile attuazione ma "dobbiamo riscoprire il Made in Italy"! Costa un pò di più solo perchè è controllato e prodotto secondo norme ma pensate anche che, ogni volta che fate un acquisto, state dando rilanciando alla nostra economia, create posti di lavoro, tornate a far girare moneta nelle nostre tasche e non in quelle degli stranieri. Credete che la Cina sia una grande ed invincibile potenza? Provate a lasciare i loro conti di fine mese a zero ed il "grande drago" inizierà a mordersi la coda e magari le nostre Chinatown a svuotarsi. Se poi condiamo tutto con un massiccio rimpatrio.... il gioco è fatto!
Estendete questa filosofia a tutti i prodotti che trovate sui banchi dei mercati, nei negozi alimentari e di abbigliamento,  ai prodotti manufatturieri in genere e la crescita del nostro paese tornerà a sorridere ai nostri portafogli!
E soprattutto pensate sempre al bene dei vostri figli difendendo la loro salute e cercando di regalargli un Italia migliore.

martedì 24 gennaio 2012

Sfogo di un camerata....


Video - introduzione a Forza Nuova
Il video si commenta da solo! Ma cosa stiamo facendo?
Guardo mio figlio di sette mesi negli occhi e mi chiedo: potrà giocare per strada come facevo io? Riceverà un'istruzione decente ed a trovare un posto di lavoro sicuro? Riuscirà a farsi una famiglia ed a crescere un figlio sotto un tetto sicuro? Queste sono solo alcune delle mille domande che mi pongo ma, vedendo come si evolvono le cose.... le risposte non sono confortanti!

Vedo la mia amata patria umiliata, derisa, sporca, con infrastrutture decandenti, meta di criminali clandestini che non trovano resistenza, residenza di ladri e corrotti che se ne fregano dei disagi delle famiglie italiane. E dopo tanti sforzi ed una vita di lavoro non era certo questo quello che mio padre avrebbe voluto per me e tanto meno è quello che voglio io per mio figlio!

Dopo tanto tempo e tante promesse non mantenute dico basta! E' giunto il momento di far sentire la mia voce, di contribuire attivamente al cambiamento di questo paese, di infondere nelle persone gli antichi valori del lavoro, della patria e della famiglia, di abbandonare il pessimismo e ritornare a credere in qualcosa di concreto, in noi stessi e nel nostro paese.

FORZANUOVA mira a gettare le basi per una reale e decisa ricostruzione del diritto, della stabilità e della giustizia nel nostro paese, rafforzandone cosi l’indebolita fibra e garantendo il futuro del nostro popolo.
FORZANUOVA traccia una linea oltre la quale è il caos e la resa definitiva delle nostre libertà ad un nemico sempre più anonimo e lontano; oltre tale linea è la morte dell’Italia.Uomo per uomo, famiglia per famiglia, comunità per comunità, va iniziata la ricostruzione di quell’Italia che è "eletta dal Cielo a quel religioso impero dell’umanità, che non le può essere tolto fino a tanto che sull’umane vicissitudini risplenda il sole".
FORZANUOVA chiama all'appello uomini e donne decisi a combattere le battaglie fondamentali dell’Onore e della Civiltà nei prossimi cruciali anni e che intendano operare per ricostruire dove è stato distrutto e per sanare ciò che è stato ferito.

Se ti riconosci in questi valori ed bruci di rabbia come noi, contattaci....

FN Viareggio